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Riportiamo in essere la

TERZA CLASSE




Questa iniziativa ha lo scopo di stimolare anche una riflessione sullo stato deprecabile dell'intera rete ferroviaria italiana dal punto di vista e del servizio erogato e delle infrastrutture e dell'ammodernamento della rete veicolare in quanto tale: soppressione di "rami secchi" invece utili, tratte a rotaia unica, stazioni in cattivo stato di mantenimento e altre tristemente innumerevoli e note inefficenze.

Essendo il trasporto ferrovario, fatte salve alcune Società Private, monopolio quasi esclusivo di TrenItalia, Azienda centralizzata e leviatanica, vogliamo stimolare la classe politica a una iniziativa di frammentazione federalistica della rete del trasporto su rotaia esemplata sul modello svizzero..a liberalizzare pertanto un settore dei servizi sostanzialmente fermo all'epoca fascista.

Vogliamo altresì e innanzitutto porre l'esigenza dell'introduzione di una classe di viaggio meno COSTOSA visto l'attuale abbassamento del benessere per un ampio strato della popolazione italiana.

Se sei interessato a questa campagna di sensibilizzazione partecipa alla sua perpetuazione contribuendo al suo finanziamento per rendere possibile l'acquisto di spazi pubblicitari che incalzino la sensibilità della classe politica e dell' opinione pubblica del "malpaese".

Quest' opzione aggiuntiva è tutt'altro che anacronsitica visto che la Svizzera , prima al mondo come efficienza della rete ferroviaria sta ultimamente discutendo la possibilità di renderla di nuovo disponibile ai suoi cittadini ed utenti.


PER PARTECIPARE ALLA RACCOLTA FONDI:

fundrazr.com/laterzaclasse


  LA RETE FERROVIARIA SVIZZERA

  SEMPLICEMENTE: LA MIGLIORE DEL MONDO

  UN MODELLO PER LE FERROVIE ITALIANE DEL FUTURO

    VEDIAMONE LA STORIA E L'ORGANIZZAZIONE

      https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/007961/2015-02-11/



DAL CORRIERE DELLA SERA


C’era una volta la terza classe, quando le macchine erano privilegio di pochi e il treno era l'unico mezzo di massa per attraversare il Paese. Era l'epoca dei cosiddetti “Centoporte” con un’entrata per ogni finestrino, i treni in cui si veniva avvolti dal vapore della locomotiva, quelli dei biglietti economici, delle panche di legno e dei portabagagli a stecche, delle carrozze sovraffollate in cui gli italiani stipati uno accanto all’altro si spostavano da una località all’altra. Negli anni del boom delle ferrovie, tra il 1930 e lo scoppio della guerra, i treni popolari hanno ospitato più di 8 milioni di viaggiatori, con veri e propri picchi in occasione dell’estate, quando il regime fascista organizzava convogli straordinari di sola terza classa per consentire il turismo di massa e spostare i bambini verso le colonie estive. Qualche anno dopo, negli anni più duri della guerra, quelle stesse carrozze verranno utilizzate per il trasporto dei soldati e dei feriti, mentre le bombe e l’occupazione lasceranno drasticamente compromesso il comparto ferroviario italiano. Poi, la neonata Repubblica avvia una vera e propria corsa al ripristino delle linee ferroviarie e dei convogli, e il 3 giugno del 1956, sia adegua alla direttiva di molti altri Paesi europei - eccetto Spagna e Portogallo - che prevede di abolire la storica “terza classe” dai treni, cancellando l’ultimo retaggio ottocentesco, nel segno di una nuova democratizzazione della società. L’Italia fa la propria parte tempestivamente con un’operazione indolore di maquillage: gli scomodi sedili di legno, simbolo del viaggio accessibile a tutti, vengono abbelliti e diventano la seconda classe, mentre le eleganti poltrone di velluto dotate di poggiatesta dell’elitaria prima classe cessano di essere privilegio per pochissimi. E' la nuova democrazia del viaggio, anche se alla decisione segue tempestivamente l’aumento delle tariffe, mentre restano gratuiti i biglietti per i dipendenti delle ferrovie, i loro familiari e per categorie come i parlamentari, non senza polemiche. Prima che l’automobile diventi il mezzo di trasporto di massa, il treno cerca di adeguarsi al progresso, con l’elettrificazione della rete ferroviaria e la sostituzione delle locomotive a vapore con quelle elettriche, facendo uscire dai cantieri veri e propri fiori all’occhiello come il mitico Settebello - dal nome delle sette carrozze che lo componevano - capace di toccare i 180 km all’ora, dotato di vetrate panoramiche, aria condizionata, filodiffusione, ufficio postale e bar ristorante, per i suoi 200 viaggiatori. Un orgoglio nazionale e un simbolo dei tempi, del boom economico e del benessere, di sola prima classe. Nella foto bimbi in partenza per la vacanze affacciati al finestrino della terza classe, che di lì a poco verrà abolita (Archivio Rcs)
a cura di Leda Balzarotti e Barbara Miccolupi

Quando si viaggiava su sedili di legno: il 3 giugno 1956 “via” la terza classe sui treni



3 giugno 2016 – (Teleborsa) – Un grande passo del trasporto ferroviario viaggiatori. Sessant’anni fa, il 3 giugno 1956, su tutti i treni dell’Europa occidentale  fu soppressa la “terza classe”. L’abolizione fu decisa a Napoli tre anni prima in una delle periodiche conferenze della UIC, Union Internazionale des Chemins de fer. Tra le tante iniziative decise in quella occasione intese a razionalizzare e a standarizzare il trasporto ferroviario sulle reti delle amministrazioni aderenti c’era stata, appunto, la soppressione della terza classe.

Decisione poi ratificata nell’anno successivo, ponendo un termine di due anni per dar modo alle compagnie ferroviarie di adeguarsi alla nuova normativa, con l’aggiornamento delle tariffe e del parco delle vetture. In Italia, tuttavia, le Ferrovie dello Stato già da tempo avevano previsto viaggi con treni di due sole classi su numerosi convogli di tutte le categorie, anche con soluzioni atipiche, come nel caso delle cosiddette linee “Varesine” del Nord Italia dove era previsto servizio di prima e terza classe. In quegli anni, l’unico treno di sola prima classe era il mitico elettrotreno rapido di lusso ETR 300 Roma-Milano, battezzato “Il Settebello”.

Molte le polemiche in quel periodo a ridosso della soppressione della terza classe, per gli inevitabili svantaggi di tariffe più costose che avrebbe procurato ai viaggiatori. Fu un giugno 1946 di estrema confusione e solo in luglio le Ferrovie italiane riuscirono ad applicare gli aumenti previsti che comportavano una maggiorazione del 9 per cento sui precedenti costi della terza classe.

Va ricordato che nel 1956 circa 300 carrozze delle 600 più moderne del parco FS con posti di terza disponevano ancora di sedili di legno, come altre 950 vetture decisamente più anziane e più scomode, ma che per necessità di servizio, circolavano anche sulle linee più importanti. Nell’attesa della radiazione e della sostituzione con vetture di nuova concezione la cui costruzione era cominciata nel 1955.


https://quifinanza.it/finanza/quando-si-viaggiava-su-sedili-di-legno-il-3-giugno-1956-via-la-terza-classe-sui-treni/69538/

SVIZZERA: Introdurre la terza classe per rendere più allettante il treno

FFS

È la proposta di alcuni esperti per far fronte alla concorrenza sempre più spietata nel settore dei trasporti


10 marzo 2019 , 13:38 Cronaca

https://www.ticinonews.ch/svizzera/479828/arrivera-la-terza-classe-per-i-treni-svizzeri

















BERNA - Con la digitalizzazione si diffonde un’offerta di trasporto sempre più flessibile, variata e soprattutto economica: una concorrenza ad armi impari per le Ferrovie federali svizzere (FFS), che con la loro pachidermica struttura fanno fatica a reggere. Uno studio realizzato da esperti esterni per conto della Confederazione propone ora una possibile soluzione: reintrodurre una 3a classe a prezzo ridotto.

Secondo quanto riportato oggi dal settimanale svizzerotedesco «NZZ am Sonntag», lo studio sarebbe stato commissionato dall’Ufficio federale dei trasporti (UFT), impensierito dal sempre maggior successo di bus a lunga percorrenza a basso prezzo (Flixbus), del servizio di taxi non ufficiali Uber e del fenomeno del carsharing. Dallo studio è emerso che per allettare i clienti le FFS dovrebbero nuovamente introdurre una 3a classe che prevede sedili più stretti (due da un lato e tre dall’altro del corridoio) messi in fila come negli aerei. Ovvero «una capacità massima di posti a confort ridotto e a prezzo conveniente», una sorta di easyJet su rotaia insomma.

Secondo gli esperti, ciò consentirebbe alle ferrovie di andare incontro alle richieste di un ventaglio più ampio di clienti: dagli uomini d’affari alle famiglie fino a chi ha pochi spicci per viaggiare. L’idea, secondo il domenicale, non raccoglie tuttavia il favore delle imprese di trasporto. Citato dalla «NZZ am Sonntag», il direttore dell’Unione dei trasporti pubblici (UTP), Ueli Stückelberger, afferma che l’introduzione della 3a classe non consentirebbe ulteriori risparmi alle aziende e renderebbe più difficile il loro compito. Le imprese preferiscono ricorrere all’emissione di biglietti risparmio durante le ore di minor frequenza e puntare sulla stabilità dei prezzi nel 2020. Fino al 1956 le FFS avevano tre classi: la cosiddetta classe di legno, la classe media e la classe di lusso.

IN RUSSIA

LA TERZA CLASSE

I vagoni platskart: croce e delizia della terza classe sui treni russi

da:


https://it.rbth.com/turismo/83274-i-vagoni-platskart-croce


Le vetture con cuccette senza scompartimenti chiusi, sono una delle caratteristiche più indimenticabili di un viaggio in Russia. Qui abbiamo cercato di elencare i pro e i contro, e di darvi qualche consiglio per “sopravvivere” all’esperienza

Nel 2018, la pubblica opinione russa è rimasta scioccata nel sentire la notizia che i treni in Russia potrebbero presto smettere di avere i vagoni di terza classe, i mitici platskart

In realtà, la cosa non avverrà così presto. Rzd, la società che detiene in regime di monopolio le ferrovie russe, prevede di interrompere la messa in servizio di nuovi vagoni platskart a partire dal 2025. Ciò significa, che l’attuale flotta di vagoni ferroviari platskart potrà essere ancora utilizzata per diversi decenni. 


I vagoni ferroviari platskart apparvero già nella Russia zarista. I loro predecessori erano carrozze condivise in cui i posti non erano assegnati. Il termine “platskart” deriva dal tedesco “platz”, che significa “posto” e “karte”; “biglietto”. Si trattava, insomma, di un posto assegnato a un passeggero in un vagone, e questo servizio di prenotazione era pagato in aggiunta al costo del biglietto.

A quel tempo, solo le persone benestanti potevano permettersi i biglietti per gli scompartimenti dei vagoni di seconda classe (chiamati “kupè”), mentre i biglietti per i vagoni di terza classe erano relativamente economici. Ma al posto degli scompartimenti chiusi da quattro passeggeri ciascuno, le vetture platskart avevano quattro cuccette in un compartimento aperto, oltre a due cuccette pieghevoli lungo il corridoio.

Fino agli anni Sessanta, le cuccette erano fatte di legno, ecco perché i vagoni platskart erano anche conosciuti come “vagoni duri”. A metà degli anni Sessanta, iniziarono a essere utilizzate tappezzerie più morbide. Per inciso, oggi ai passeggeri che viaggiano in platskart vengono dati materassi aggiuntivi (nonché biancheria da letto; a pagamento).

I vagoni platskart hanno subito diverse trasformazioni, per dimensioni, forma e numero di cuccette. Un tempo erano fabbricati dallo stabilimento Vagonmash di Leningrado (che ha prodotto anche i primi vagoni delle metropolitane di Mosca e San Pietroburgo) e dalla Fabbrica di Vagoni di Tver.