12.05.2019 - 15:26 | LETTO 18'950

Aggiornamento : 17:32

«Il capitalismo va distrutto, prima che lui distrugga noi»Il sociologo Jean Ziegler punta il dito contro le 500 più grandi multinazionali che l'anno scorso hanno controllato il 52.8% del reddito "terrestre". «Hanno un potere che nessun re ha mai avuto»

ats/ADN

ZURIGO - All'origine dei cambiamenti climatici vi è il capitalismo: bisogna distruggerlo prima che lui distrugga noi. Lo dice il sociologo ginevrino Jean Ziegler, membro del comitato consultivo del Consiglio dei diritti umani dell'ONU.

«Il sistema capitalista ha effettivamente impressionanti capacità, dinamica e creatività», riconosce il professore 85enne in un'intervista pubblicata oggi dal SonntagsBlick. «Ma i grandi gruppi economici si sottraggono a ogni controllo: funzionano unicamente secondo il principio della massimizzazione dei profitti nel tempo più breve possibile, a qualunque costo umano».

Le 500 più grandi multinazionali hanno controllato l'anno scorso il 52,8% del reddito nazionale lordo della Terra, prosegue l'ex consigliere nazionale socialista (1987-1999). «Hanno un potere che nessun re ha mai avuto su questo pianeta». Secondo Ziegler per andare contro questo stato di cose non serve a nulla attaccare i governi: è necessaria una radicale critica del capitalismo, che ora a suo avviso sta arrivando.

«O distruggiamo il capitalismo o lui annienterà noi», sostiene il sociologo, che si aspetta una sollevazione popolare. «La storia insegna che le classi dominanti - oggi l'oligarchia finanziaria internazionale - non rinunciano mai volontariamente ai loro privilegi: si difendono a sangue», puntualizza. «Se guardo alla storia mi sembra impossibile che oggi succeda qualcosa di diverso».

L'ex relatore dell'ONU per il diritto all'alimentazione ammette che è molto difficile prevedere cosa subentrerà dopo la caduta del capitalismo. «Ma anche la mattina dopo la presa della Bastiglia nessuno sapeva quale nuova società sarebbe nata sulle rovine della monarchia».

All'intervistatore che gli fa presente come può essere considerato contraddittorio vivere sulle colline viticole di Ginevra e parlare della fine del capitalismo sorseggiando nel contempo del vino, Ziegler risponde che si tratta di un rimprovero senza fondamento e cita Bertolt Brecht: «Solo i rivoluzionari felici sono buoni rivoluzionari».

L'85enne ammette peraltro di vivere una vita da privilegiato, ma aggiunge di aver dovuto subire nove processi da parte di grandi banche, squali della finanza e speculatori: essendo stato condannato a versare pesanti indennità per diffamazione ora si trova alle prese con elevati debiti. Naturalmente però ne è valsa la pena, conclude.

Opinion

The Happy, Healthy Capitalists of Switzerland

Forget Scandinavia. Switzerland is richer and yet has a surprisingly equal wealth distribution.


By Ruchir Sharma

Mr. Sharma is an author, global investor and contributing opinion writer.

  • Nov. 2, 2019














    Credit...Matt Chase

    Like many progressive intellectuals, Bernie Sanders traces his vision of economic paradise not to socialist dictatorships like Venezuela but to their distant cousins in Scandinavia, which are just as wealthy and democratic as the United States but have more equitable distributions of wealth, as well as affordable health care and free college for all.

    There is, however, a country far richer and just as fair as any in the Scandinavian trio of Sweden, Denmark and Norway. But no one talks about it.

    This $700 billion European economy is among the world’s 20 largest, significantly bigger than any in Scandinavia. It delivers welfare benefits as comprehensive as Scandinavia’s but with lighter taxes, smaller government, and a more open and stable economy. Steady growth recently made it the second richest nation in the world, after Luxembourg, with an average income of $84,000, or $20,000 more than the Scandinavian average. Money is not the final measure of success, but surveys also rank this nation as one of the world’s 10 happiest.

    This less socialist but more successful utopia is Switzerland.

    While widening its income lead over Scandinavia in recent decades, Switzerland has been catching up on measures of equality. Wealth and income are distributed across the populace almost as equally as in Scandinavia, with the middle class holding about 70 percent of the nation’s assets. The big difference: The typical Swiss family has a net worth around $540,000, twice its Scandinavian peer.